Andamento climatico

Il 2019 si è contraddistinto per una primavera particolarmente fresca e piovosa, condizione che in un primo momento ha gettato un po’ di ombre sull’esito di tutta la campagna. Dalla fase di germogliamento (inizio/metà maggio) fino all’allegagione, l’elevata piovosità e l’alta umidità relativa hanno destato non poche preoccupazioni.
La tendenza si è invertita fortunatamente in estate. La bella stagione, seppur arrivata con notevole ritardo, è stata caratterizzata da stabilità meteorologica protrattasi anche per tutto il periodo vendemmiale.
L’ottima gestione fitosanitaria nel periodo più preoccupante, ottenuta grazie al coordinamento tra i nostri viticultori e l’ agronomo, ha portato al superamento della fase critica per arrivare a luglio con l’uva sana.

Vendemmia

Proprio a causa di una primavera ed inizio estate con temperature inferiori alla media, rispetto alle due annate precedenti, la raccolta è iniziata con un ritardo medio di circa 12 giorni. Il periodo vendemmiale si è però rivelato particolarmente stabile climaticamente e piuttosto lungo (da metà agosto a metà ottobre) e, sempre in contrasto con gli ultimi due anni, si ritrova in linea con la media del ventennio.
La vendemmia dei bianchi è partita la seconda decade di agosto. Proprio grazie al clima mite le uve hanno raggiunto un eccellente equilibrio tra il contenuto in acidi e il grado zuccherino, quest’ultimo sviluppatosi lentamente e regolarmente.
La prima settimana di settembre è stato dato il via alla raccolta delle uve rosse, in prima linea sempre il Primitivo i cui primi grappoli sono stati tagliati il 2 settembre dalle piccole e tipiche piante ad alberello, in particolare quelle vicino le coste ioniche che tendenzialmente, per il carico basso e per il particolare terroir, sono state le prime a consegnare i bei frutti maturi.
A seguire le zone dell’entroterra. Anche in questo caso le temperature miti di inizio settembre, le giornate soleggiate e ventose hanno permesso un completamento regolare dell’ultima fase di maturazione. Negroamaro e Malvasia Nera hanno rivelato un grado zuccherino soddisfacente, buona acidità e colore.
In linea generale, sia per i rossi che per i bianchi, si è riscontrata una flessione nelle quantità, ma a livello qualitativo i parametri analitici sono stati molto gratificanti: buona la gradazione zuccherina media, grande acidità nonché punti di colore e qualità fenolica che gettano le basi per un’ottima annata.
Sul fronte più squisitamente enologico, la sanità delle uve ha favorito una migliore lavorazione durante la fase della macerazione dei rossi, permettendo in particolare l’estrazione dei tannini più morbidi. Anche i rosati hanno potuto beneficiare di un frutto più fresco, raccolto con la parte acida e aromatica nel momento perfetto equilibrio, il che ha permesso un migliore controllo della breve macerazione, specificità produttiva che li contraddistingue.